Il gran premio di Singapore è stato uno di quei Gp che entreranno negli annali e che faranno a lungo discutere gli appassionati. Oltre però all'harakiri Ferrari i temi tecnici da affrontare sono molti e molto più interessanti delle solite polemiche sportive. Andiamo dunque ad analizzarli con l'ausilio dei grafici.
Per prima cosa descriviamo come al solito le caratteristiche del circuito di Marina Bay.
Il primo settore è quello più veloce e generalmente meno tecnico, con l'eccezione della delicata sequenza di curva 1-2-3.
Il secondo intermedio è invece quello più tecnico, dove il carico aerodinamico e un corretto bilanciamento meccanico per aggredire al meglio i cordoli e portare velocità in curva, risultano fondamentali.
Nel terzo settore serve invece una giusta erogazione della potenza e tanto carico per uscire al meglio dalle curve a 90 gradi presenti nella sezione dello stadio.
Ma oltre a carico, trazione eccetera, quello che davvero serve a Singapore è un piede pesante e tanta freddezza, perché quello di Marina Bay è uno di quei circuiti dove i piloti possono ancora fare davvero la differenza.
Mettere assieme un giro pulito è davvero molto difficile. Dunque vediamo come se la sono cavata i piloti entrati nel Q3.
Dal grafico con il confronto fra il tempo reale segnato nel Q3 e il tempo ideale dato dalla somma dei migliori settori, possiamo notare che solo Vettel è riuscito a segnare il suo tempo migliore nel momento decisivo, mentre tutti gli altri piloti ci sono andati più o meno vicini. Nonostante ciò la classificazione sarebbe stata praticamente immutata se non per un inversione di posizione per il duo Mclaren.
Un altro grafico molto interessante da analizzare è quello con in cui viene riportato il divario in secondi tra il tempo registrato nelle qualifiche del 2016 e quelle del 2017.
La squadra con il delta maggiore è risultata essere proprio la Ferrari, arrivando ad addirittura 4 secondi contro il 2,5 secondi della Mercedes. Un miglioramento che viene sopratutto dalle performance nel secondo settore, dove conta sopratutto il carico aerodinamico, una qualità che alla SF70-H di sicuro non manca.
Importante anche un richiamo al grafico in cui vengono riportati i distacchi percentuali dalla pole dei tre top team durante la stagione (su pista asciutta). Possiamo notare che il trend Mercedes specialmente dopo quest'ultimo appuntamento è peggiorato, con una Ferrari che nei circuiti da alto carico e con temperature elevate riesce sempre a spuntarla sulla Mercedes.
In miglioramento, sebbene sempre troppo altalenante, il trend della Red Bull, che comunque grazie ad importanti aggiornamenti a livello di telaio ed aerodinamica è riuscita ad avvicinarsi molto negli ultimi appuntamenti.
Spostandoci all'analisi vera e propria delle qualifiche risulta importante analizzare il grafico con il confronto tra le velocita massime registrate alla speed trap e il piazzamento in griglia di partenza.
Come si può notare dalla varietà di accoppiamenti tra top speed e posizione, l'efficienza in rettilineo è abbastanza ininfluente su questa pista.
Risulta interessante notare gli elevati picchi registrati dalla Ferrari, anche in funzione della grande sezione frontale con cui è scesa in pista, a conferma dell'efficacia dell'assetto rake sulla Rossa, che in piste come questa che favoriscono la sua impostazione progettuale, è in grado di esprimere al meglio le sue qualità.
Da segnalare la performance di Hulkenberg, sceso in pista con un assetto aerodinamico talmente carico da risultare addirittura più lento delle Red Bull con lo stesso motore.
Analizzando i distacchi percentuali nei tre settori si può notare che la Ferrari ha fatto la differenza soprattutto nel primo settore, quello più veloce, a conferma di quanto vi ho detto prima, con la Rossa che con assetti più carichi è in grado di raggiungere un grande livello di efficienza aerodinamica.
Nel secondo settore notiamo poi un avvicinamento generale degli altri competitors, per poi essere ripresa e addirittura battuta dalla Red Bull nel terzo settore.
I distacchi nel terzo settore appunto evidenziano una Red Bull capace di incredibili sforzi di trazione che non si erano mai cosi chiaramente delineati negli scorsi appuntamenti.
Dagli onboard si è potuto notare chiaramente una Red Bull molto più morbida e composta rispetto alla Ferrari, che di fatto è riuscita a fare la pole solo per il maggiore allungo in rettilineo e per la bravura di Vettel.
Di fatto la Red Bull è sembrata molto più guidabile e nel terzo settore sembrava davvero andare come sui binari.
Per quanto riguarda Mercedes, non c'è di fatto molto da dire, si sapeva che questa non era la loro pista, in quanto il set up richiesto va proprio contro la filosofia progettuale di base di una vettura che non cerca il carico dalle ali ma quanto più dal fondo.
Inoltre si è inserito anche il problema delle alte temperature, che l'hanno costretta a puntare su un assetto da gara, più delicato sulle gomme, che effettivamente alla fine dei conti ha davvero pagato..
Nei prossimi appuntamenti tornerà di sicuro a farsi vedere, ma occhio alle alte temperature dell'asfalto, specialmente con le gomme low working range.
Una nota di merito per Mclaren e Toro Rosso, che hanno finalmente potuto mettere in mostra le loro grandi qualità telaistiche, sempre messe in ombra dai deficit motoristici.
Per il momento mi fermo qui in quanto viste la tendenza della pista a premiare le qualità di guida piuttosto di quelle della vettura, si potrebbe cadere in grossolani errori.
Ci vediamo nella terra del sol levante, ciao e sempre #keepushing !! ;)
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