Quello del Gp del Canada è stato
un weekend molto tecnico da diversi punti di vista: in primis per le moltissime
novità aerodinamiche e meccaniche (il nuovo turbo Ferrari) portate in pista dai
team, per la grande difficoltà per tutte le squadre nel trovare il giusto set
up meccanico e aerodinamico, ma soprattutto tecnico per il piloti che hanno
dovuto fare i conti con un circuito dove sono sempre loro a fare la differenza.
Fondamentale come al solito un richiamo alle caratteristiche
della pista di Montreal.
E’ un circuito molto tecnico, da medio basso carico
aerodinamico e di alta severità per i propulsori (il 60% di un giro viene
percorso a farfalle pienamente aperte).Il primo settore è quello più
tecnico, dove c’è bisogno di trazione e carico. Il secondo è invece un settore
in cui risulta fondamentale il bilancio aerodinamico, in modo da avere una
vettura equilibrata nei veloci cambi di direzione. Il terzo settore è invece un
settore soprattutto di motore, sia come potenza massima, ma anche come guidabilità
in uscita dal tornantino e dall’ultima e difficile curva. Il manto stradale è
levigato con brevi tratti lievemente sconnessi, lo stress da velocità esercitato
sulla gomma è molto alto ed è anche molto alta l’energia recuperata in ogni
giro (2000/2300 Kj).
Risulta dunque molto importante
andare ad analizzare il grafico in cui viene messo a confronto il reale tempo
in Q3 con quello ideale dato dalla somma dei migliori settori. Troviamo subito conferme sulla
difficoltà dei vari piloti nel fare il giro perfetto, con soli tre piloti
(Rosberg, Vettel e Ricciardo) che ci sono riusciti. Tutti gli altri piloti ci
sono andati più (Hulkenberg) o meno (Hamilton) lontani.
Interessante anche analizzare il
grafico in cui viene messo a confronto il tempo in Q3 con il rilevamento alla
speed trap.
Come al solito in cima alla classifica
troviamo le Williams, seguite poi dalle due Ferrari che hanno fatto vedere i
frutti degli aggiornamenti portati in pista. Quello che però risulta davvero
strano è notare come Hamilton sia risultato il più lento della top ten
(escludendo il povero Alonso con i suoi 325km/h), nonostante sia stato lui a
firmare la pole. Notiamo dunque che anche in un circuito veloce come quello di
Montreal, una vettura troppo scarica in realtà non premia molto. Questo perché c’è
comunque bisogno di stabilità in frenata e bisogna cercare di contrastare il
poco grip meccanico offerto dalla pista con l’aerodinamica della vettura.
Passiamo dunque all'analisi dei settori, dove ha davvero fatto la differenza Hamilton ?
La vera batosta agli avversari è arrivata nel primo settore, quello più tecnico e in cui c'è generalmente più bisogno di carico, nel secondo invece è Rosberg ad aver segnato il miglior tempo, per poi tornare a farsi vedere Hamilton nel terzo, seppur con distacchi minimi.
In generale emerge un Hamilton
che ha corso con un assetto molto carico che non si è rivelato però
un vero
vantaggio e non credo proprio che sia il risultato di una scelta voluta dal
team per una performance migliore. E' molto più probabile infatti che sia stata
una scelta di "sicurezza" viste le alte possibilità di
pioggia previste per la gara. Una scelta che in Mercedes sapevano di
potersi permettere, viste le ben conosciute doti motoristiche della W07.
Infatti nel terzo settore sono riusciti ad essere comunque i più veloci grazie
probabilmente ad una frenata e un inserimento in curva più efficaci rispetto
alla concorrenza, oltre al solito vantaggio di guidabilità che è tornato a
farsi sentire dopo le piccole difficoltà di adattamento sulla gomma Ultrasoft a
Montecarlo. Sembra anche che sia
Force India invece dopo la grande performance a Montecarlo sta continuando a inseguire la strada di una vettura con alta efficienza aerodinamica globale e non solo in rettilineo, notiamo infatti velocità molto più ridotte rispetto a quello a cui ci aveva abituato, anche se continua a pagare nei settori più guidati. Sarà dunque molto interessante vedere l'evoluzione di questa vettura durante il proseguo della stagione.
stata una leggera differenziazione di set up
fra i due piloti, con Rosberg leggermente più scarico. Set up che potrebbe
avergli portato un miglior bilancio aereodinamico, visto il tempo nel secondo
settore. In generale bisogna però riconoscere che la Mercedes non è riuscita a
dare il meglio di se durante il weekend e il distacco emerso in gara e in
qualifica non credo che sia davvero realistico. Di sicuro in Ferrari non hanno
però da lamentarsi di questo distacco, che comunque si tratta di un grosso
passo avanti rispetto ai gran premi precedenti. Sicuramente innegabile il
grande step evolutivo al turbo, che ha portato ad una migliore guidabilità
(evidenziabile in tutti i settori del circuito), ma
anche ad un tangibile
guadagno in rettilineo, con la Ferrari di Vettel che non solo al rilevamento
della speed trap, ma in ogni settore si è posta ai livelli di Williams. Molto
importante però far notare la grossa differenza che è emersa fra le due Rosse.
Sicuramente Vettel è stato molto più competitivo per quanto riguarda un aspetto
puramente umano, ma dai rilievi velocistici e cronometrici risulta evidente che
sulla Ferrari di Raikkonen non si sia riusciti a raggiungere gli stessi livelli
di efficienza aerodinamica, ipotizzando chiaramente che Kimi non abbia commesso
particolari errori in uscita dalle curve. Le performance fra i due piloti sono
risultate omogenee solo nel secondo settore, quello in cui
Per quanto riguarda la Red Bull anche in questo caso gli spunti di analisi non sono molti. I grafici evidenziano dei gaps molto equilibrati e stabilizzati fra i due piloti e in particolare fra i vari settori, a testimonianza di una PU Renault che anche dopo gli aggiornamenti di Montecarlo
Per terminare è anche giusto fare un accenno a Williams e Force India, due vetture originariamente molto simili come filosofia, ma che ora stanno prendendo strade diverse.
Notiamo infatti una Williams che continua sulla sua strada originaria che fa del suo punto di forza il bassissimo Cx che non poteva che portare buoni frutti in una pista del genere, con performance particolarmente competitive nel terzo settore.
Force India invece dopo la grande performance a Montecarlo sta continuando a inseguire la strada di una vettura con alta efficienza aerodinamica globale e non solo in rettilineo, notiamo infatti velocità molto più ridotte rispetto a quello a cui ci aveva abituato, anche se continua a pagare nei settori più guidati. Sarà dunque molto interessante vedere l'evoluzione di questa vettura durante il proseguo della stagione.
Nessun commento:
Posta un commento